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“La Fede, lungi dall'essere lo spegnitoio della scienza e dell'intelligenza, ne è la vera luce” (Fernand Crombette)nato a Loos-lès-Lille il 24/9/1880, deceduto a Froidmont (Belgio) il 13/11/1970 |
Presentazione del CESHE e di Fernand Crombette
Benvenuti
sul sito del CESHE, il "Circolo storico e scientifico".
Esso è un'associazione internazionale che ha per scopo di
riconciliare la scienza e la fede nelle intelligenze e nei cuori;
in particolare:
il
CESHE si sforza di pubblicare e di far conoscere l'opera dello
studioso Fernand Crombette (1880-1970) che, sotto lo pseudonimo
di "un cattolico francese", ha rischiarato di nuova luce
numerosi domìni della conoscenza, e in particolare: la Geografia,
la Storia dell'Egitto, la Cronologia antica, l'Astronomia e l'Esegesi.
il
CESHE, oltre a pubblicare dei "Quaderni" che presentano
le diverse tesi di Fernand Crombette, presenta anche degli studi
originali di alcuni membri di questo circolo. Il CESHE pubblica
in particolare una rivista trimestrale Science
et Foi che si può richiedere a:
CESHE FRANCE
B.P. 1055
59011 - LILLE - CEDEX
Il CESHE professa l'inerranza scientifica e storica della Bibbia ed è in relazione in diversi paesi con le Associazioni che riconoscono il posto privilegiato dell'uomo e della terra in seno alla Creazione.
L'opera del "cattolico francese"
nato a Loos-lès-Lille il 24/9/1880, deceduto
a Froidmont (Belgio) il 13/11/1970.
Una visione della creazione e del Mondo Antico conforme
ai Libri Sacri
Ma anche che opera!... Interamente scritta tra il 1933 e il 1966, dopo un'esemplare carriera amministrativa, essa affronta la maggior parte delle "discipline" contemporanee, su ciascuna delle quali getta le luci di un notevole spirito di sintesi basato, con una incrollabile convinzione, sull'inerranza scientifica e storica della Bibbia. Una tale convinzione, per strana che possa apparire a molti spiriti moderni, è il risultato naturale delle scoperte che fu dato a Fernand Crombette di compiere; lo si comprenderà facilmente seguendo la genesi della sua opera.
Tutto ha inizio con un compito, una composizione sul tema "le Sante donne alla Tomba", che sua figlia Liane, allieva alla Scuola di Belle Arti, deve preparare. Volendo aiutarla nella ricostruzione storica, Crombette apre la sua Bibbia e si imbatte provvidenzialmente nel versetto 12 del Salmo 73: "Ma Dio, nostro re, da prima dei secoli, ha operato la salvezza al centro della terra". Su questo versetto, che tanti cristiani hanno dovuto leggere senza prestarvi particolare attenzione, la Provvidenza volle che lo studioso si soffermasse. Un'idea si presenta alla sua mente: se la Bibbia dice il vero, Gerusalemme è al centro del mondo!
Egli scoprirà più tardi, durante le sue ricerche, che il Rev. Padre Placet, monaco premonstratense, aveva scritto nel 1668 un'opera intitolata "Dove è provato che prima del Diluvio non vi erano punto le isole e che l'America non era punto separata dal resto del mondo".
Egli conosce la tesi di WEGENER sulla deriva dei continenti. Si reca allora nelle biblioteche (e verso la fine del suo lavoro all'università di Grenoble) per disporre delle carte geologiche e batimetriche necessarie, e si applica a ricostruire questo continente primitivo che i geografi chiamano oggi Pangea. L'idea geniale di F. Crombette fu di non fermarsi (dopo prove infruttuose) ai contorni attuali dei continenti, variabili con il livello dei mari, ma di prendere in considerazione il bordo estremo dello zoccolo continentale, alla quota di -2000 metri, laddove il fondo marino cambia bruscamente pendenza per andare a raggiungere il fondo abissale, a -4000 metri. Idea geniale, giacché le trivellazioni sottomarine confermano oggi, dopo 60 anni, che lo zoccolo granitico continentale, sotto i sedimenti marini, si arresta proprio in questo punto. Ma anche idea ispirata dalla Bibbia, giacché Fernand Crombette aveva ripreso la tesi cosmogonica di Kant secondo la quale le "acque dell'alto", separate da Dio al momento della Creazione, formavano un anello acqueo attorno alla terra, anello la cui caduta progressiva alimentò i 40 giorni di grande pioggia del Diluvio.
Stabilite così le ipotesi del suo lavoro, Crombette ricostruisce completamente (tra il 1933 e il 1945) il puzzle del continente primitivo, con i banchi e le isole oggi disperse sul fondo basaltico dei mari, e l'esatto cammino percorso da ciascuna delle masse continentali. E il risultato confonde l'immaginazione: il continente unico aveva ricevuto la forma regolare di un fiore a otto petali, di cui Gerusalemme occupa il centro .
É da sottolineare che il suo lavoro è iniziato non
partendo dal centro, bensì dalle isole Falkland e dalla
punta dell'America del sud. Nasce così il suo SAGGIO
DI GEOGRAFIA... DIVINA in cui Crombette spiega la formazione
della superficie e l'orografia del mondo. Compiuto questo lavoro,
si mette a guardare la Bibbia in tutt'altro modo: l'incompatibilità che
esiste oggi tra le cronologie ufficiali della Storia dell'Antichità e
la cronologia biblica fa problema. É nel 1830 che Champollion,
per primo, avanza per le prime dinastie egiziane una data risalente
al 6° millennio avanti Cristo, incompatibile dunque con la
data del 2348 a.C. ammessa comunemente per il Diluvio. Crombette,
abitante dal 1937 a Tournai (Belgio), si reca allora alla Fondazione
Egittologica Regina Elisabetta, a Bruxelles, per iniziarsi alla
lettura dei geroglifici. Egli non tarda a rimettere in causa il
metodo di decifrazione di Champollion, che assimila i geroglifici
a una scrittura alfabetica, mentre i segni pittografici o ideografici
(lo si vede in Cina) sono anteriori ad ogni alfabeto e ne sopprimono
il bisogno. La famosa "Pietra di Rosetta", punto di partenza
di Champollion, rappresenta un decreto preso dal faraone "greco" Tolomeo
V° Epifanio. I geroglifici traducono dunque il testo greco,
e il fatto che taluni sono stati scelti per raffigurare foneticamente
le lettere greche dei nomi propri come Tolomeo e Cleopatra, non
implica affatto che questa regola di trascrizione possa applicarsi
ai nomi comuni che esistevano in copto monosillabico (la lingua
dell'Egitto Antico) prima ancora che si pensasse a scriverli. La
Pietra di Rosetta non può dunque servire da punto di partenza
alla decifrazione delle iscrizioni reali delle dinastie egiziane.
Fernand Crombette scopre allora che i geroglifici possono leggersi
come dei pittogrammi monosillabici come tutte le lingue primitive,
per i nomi concreti, e, più generalmente, come un rebus
composto in copto antico. Invece di dover ricostruire una lingua
artificiale impronunciabile e incerta, come hanno tentato gli egittologi
fedeli al metodo di Champollion, Crombette riesce dunque a leggere
direttamente i geroglifici in una lingua conosciuta che si è trasmessa
fino a noi mediante gli scritti dei linguisti arabi, come pure
attraverso la comunità copta che, nell'Egitto stesso, resiste
ancora all'arabizzazione.
Su questa base, il nostro studioso scrive una Storia dell'Egitto
in 15 volumi: IL LIBRO DEI NOMI DEI RE D'EGITTO, condensato poi
in 3 volumi intitolati VERA STORIA
DELL'EGITTO ANTICO, più un volume CRONOLOGIA
DELL'EGITTO FARAONICO. Questa ricostruzione minuziosa della
genealogia di tutte le dinastie fa apparire che Misraïm (Rê),
fondatore eponimo dell'Egitto, non è altri che il figlio
maggiore di Cam (Amon), figlio primogenito di Noè, e che
l'arrivo di Misraim in Egitto segue immediatamente la dispersione
dei popoli a Babele, nel 2197 a.C..
Dunque, in Storia come in Geografia, la Bibbia ha detto il vero!
Questo risultato incita Fernand Crombette a decifrare, con lo stesso
metodo del rebus in copto, i geroglifici dei popoli vicini, etnicamente
- e dunque linguisticamente - legati agli egiziani. Egli può così scrivere LUCI
SU CRETA in 3 volumi; il primo re di Creta altri non è che
il figlio del primo re della prima dinastìa egiziana. Questi
libri danno la cronologia delle tre dinastie cretesi e la storia
di ciascun re. Segue poi la storia degli Ittiti: IL
VERO VOLTO DEI FIGLI DI HETH, in 2 volumi. Gli Ittiti discendono
da Het, secondo figlio di Canaan (dal -2321 al -2121), e Crombette
decifra la storia di ciascun sovrano ittita (in particolare di
quelli che daranno in Egitto la 15ª dinastìa detta
Hyksôs) fino alla destituzione del 95° e ultimo re di
Djerablous, condotto dagli Assiri a Ninive nel 717 a.C..
Incidentalmente, Crombette scopre l'origine del regno etrusco e
la fondazione di Atene da parte di Cècrope nel -1557, di
Argos da parte di Agènore nel -1552, di Tebe da parte di
Cadmo nel -1493. Si comprende così la presenza dei sovrani
delle prime dinastie egiziane nella mitologia greca: Cronos (Luhabim),
Héra (Téleuté), Zeus (Ludim), Poseidone (Nephtuim),
ecc.. Le sue opere sull'Egitto danno la chiave dell'evemerismo.
Come sostennero il filosofo greco Evèmero nel 4° secolo
a. C., e poi i Padri della Chiesa, i miti sono dei racconti immaginosi
di avvenimenti storici, e gli dèi ed eroi mitici non sono
altro che uomini divinizzati dopo la loro morte.
Poi Crombette si lancia nella critica della Preistoria ufficiale
falsata dall'evoluzionismo. Dopo un lungo studio della geologia,
utilizzando anche l'onomastica e la toponimia antiche, scrive la
storia dei patriarchi antidiluviani, poi quella dei figli di Noè fino
alla divisione delle terre dopo Babele. É la sua SINTESI
PREISTORICA E SCHIZZO ASSIRIOLOGICO, in 2 volumi.
Un giorno, studiando secondo il suo metodo un'iscrizione cretese,
constata che si tratta di quella che racconta la partecipazione
del 31° re di Creta, della Iª dinastìa, ai funerali
di Giacobbe, padre di Giuseppe. In effetti, egli ritrova poco dopo
pressoché lo stesso racconto in un testo egiziano dove legge: "Essendo
in cammino verso la dimora nascosta del Capo, avvenne un prodigio
quando si giunse alla tappa che è ai confini: il fiume impetuoso,
ingrossato, ribolliva ed era violentemente straripato; la volontà del
Signore del Cielo fece sì che la compagnia giungesse senza
danno e rapidamente alla riva opposta, per l'azione del grande
profeta".
Ora la Genesi, cap. 50, che racconta i funerali di Giacobbe, non
menziona affatto questo prodigio. A questo proposito F. Crombette
scrive: "L'ebraico, come lo si capisce oggi, è una
lingua flessionale detta semitica. Ma siamo certi che la lingua
di cui si servì Mosè era anch'essa flessionale e
semitica?" Si ricorda allora della Genesi: quando, per
ordine di Dio, Abramo si recò nel paese di Canaan (fratello
di Misraïm fondatore dell'Egitto) si trovò, con la
sua tribù, isolato in paese camita. Abramo e i suoi discendenti
dovettero dunque mettersi a parlare cananeo. Isaia dice (XIX,18)
che gli Ebrei stessi chiamavano la loro lingua il cananeo, lingua
sorella dell'egiziano (utilizzata da Mosè, allevato alla
corte d'Egitto, e che si è conservata nel copto). Crombette
pensa allora che la lettura sillabica dell'ebraico dovrebbe potersi
comprendere dando alle lettere ebraiche una lettura con il copto
antico. Tenta dunque una traduzione parola per parola del passaggio
della Genesi che riporta i funerali di Giacobbe. Il frutto dei
suoi sforzi non si fa attendere, ed ottiene: "E mentre,
in un religioso rispetto, Giuseppe avanzava sotto il peso del dolore
verso Canaan per far arrivare il lutto a Heth, le acque, portate
al punto culminante, si alzarono contro il corteo in cammino. Ma,
per una vera grande parola di quello che aveva la direzione del
lutto, i flutti, potentemente agitati, cessarono di riversarsi,
tornarono indietro, si placarono e tacquero, e la turba notevole
oltrepassò l'acqua del torrente che delimita l'eredità dei
figli generati da Rê (Misraïm), e si chinò davanti
a Colui che È sostanzialmente e che l'ebreo di Eliopoli
teme".
Convinto dell'esattezza della sua teoria, Crombette intraprende
allora la traduzione della Genesi, fino al capitolo XI, e di altri
passi caratteristici della Bibbia. La traduzione che egli ci dà,
nell'opera intitolata LA RIVELAZIONE
DELLA RIVELAZIONE (pubblicata poco prima della sua morte avvenuta
nel 1970), è di una ricchezza insospettata. Crombette fu
così portato a scoprire un metodo di traduzione più approfondito
della Bibbia supponendo che la sua lingua originale fosse il copto,
lingua monosillabica di Mosè. Le traduzioni che egli ne
ottiene, senza contraddire in niente il contenuto teologico e morale
della Sacra Scrittura, danno delle spiegazioni più dettagliate
sui fatti storici che essa racchiude. Così la maledizione
di Canaan, dopo l'ubriacatura di Noè, resta poco comprensibile
nella Volgata, giacché il solo colpevole sembra essere Cam.
La traduzione di Crombette fa vedere invece come la curiosità di
Canaan fu proprio la causa iniziale del castigo della sua razza.
Il problema non è puramente libresco. Crombette mostra come,
nel -2187, i Pa-Ludjim (= quelli di Ludim, nome biblico di Thot-Mercurio)
che divennero i Filistei (Palestinesi), invasero il territorio
attribuito a Heth, tra Ebron e Gaza. Essi discendono dunque da
Cam, ma attraverso Misraïm. Avendo costituito un testo continuo
di questa traduzione, questo lavoro è divenuto LA
GENESI DA RISCOPRIRE.
Il Papa PIO XII°, nella sua enciclica HUMANI GENERIS, ... avvertì chiaramente
che "i primi 11 capitoli della Genesi,... appartengono
al genere storico in un senso vero, che gli esegeti dovranno studiare
ancora e determinare".
Non potrebbe Crombette far parte di questi esegeti ardentemente
sospirati dallo stesso Papa che già aveva attirato l'attenzione
sugli studi biblici nell'enciclica DIVINO AFFLANTE? Essendosi reso
conto a qual punto la Rivelazione, tradotta con il copto antico,
chiariva le osservazioni delle scienze profane e dava una visione
coerente e cristiana della storia umana, egli si chiese se i giudici
di Galileo, che si erano basati sulla Scrittura per condannare
il sistema eliocentrico, non avessero avuto ragione contro lo scienziato
italiano. Tanto più che le traduzioni con il copto di molti
Salmi descrivono, nelle parole di DIO, i differenti movimenti della
terra come geocentrici.
Crombette riprende allora il fascicolo dei due esperimenti di Michelson,
primo premio Nobel americano, il quale, dal 1887 al 1925, aveva
tentato di mettere in evidenza l'influenza dello spostamento della
terra nello spazio basandosi sulla velocità apparente della
luce. Questi esperimenti permettevano di concludere contro il
movimento supposto della terra intorno al sole; perciò essi
furono occultati, e i loro resoconti sono ignorati oggi dalla maggior
parte dei fisici. Il risultato delle sue ricerche è un'opera
in due volumi: GALILEO AVEVA TORTO...
O RAGIONE?
Così Gerusalemme, luogo in cui si operò la Redenzione,
non è dunque solo al centro della Terra, come indica il
Salmo 73, ma è anche il centro del Mondo: l'Universo è veramente
geocentrico, e più ancora cristocentrico (per la morte in
croce di Cristo), il che non dovrebbe sorprendere i lettori del
Nuovo Testamento. San Paolo afferma infatti (Col. I, 16): "É in
Gesù Cristo che sono state create tutte le cose... tutto è stato
creato da Lui e per Lui" .
Fernand Crombette è così riuscito a restituire alle
nostre intelligenze laicizzate e materializzate la visione biblica
e cristocentrica dell'Universo, la sola che permetterà di
ristabilire la verità integrale delle scienze e della storia.
CESHE